Ambiti di intervento

AMBITI DI INTERVENTO

 

In generale, nei miei interventi, tengo a riconoscere la centralità di una relazione autentica tra psicologo e utente/paziente, la qualità del setting co-costruito e funzionale alla comprensione e valutazione clinica e la progettazione dell’intervento clinico di cura (aiuto nella comprensione della propria realtà psichica e di uno stile comportamentale e relazionale adattivo e funzionale).
Nell’attività lavorativa quotidiana faccio riferimento a ciò che il Ministero della Salute definisce con “Salute mentale”, ovvero uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l’individuo è in grado di:
– sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali;
– esercitare la propria funzione all’interno della società;
– rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno;
– stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri;
– partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente;
– adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni.

 

I principali ambiti in cui intervengo sono:

  • Disagio psicologico
  • Problemi di autostima e comunicazione
  • Difficoltà scolastiche
  • Disturbi d’ansia (attacchi di panico, stress, fobie, ansia generalizzata)
  • Disturbi correlati a sostanze, disturbi da addiction
  • Disturbi dell’umore (oscillazioni dell’umore, depressione o marcata tristezza).

 

L’intento rimane quello di cogliere l’altro come effettivo protagonista della sua storia e ricalcare l’importanza di un intervento diversificato in base alla singola persona. Questa lettura professionale deve essere necessariamente preceduta dall’essere entrati in contatto con la complessità dell’altro e dall’aver dato avvio ad una relazione effettivamente terapeutica.

All’interno dei percorsi di sostegno psicologico, ogni manifestazione sintomatica, sicuramente portatrice di sofferenza, viene letta come l’espressione “visibile” del disagio, ma non si esaurisce nel dolore che provoca. Il sintomo viene considerato parte integrante proprio di ciò che quella persona è. Il sintomo è, perciò, qualcosa che in primis viene letto, decodificato e compreso proprio nella storia della persona, nel suo modo di rapportarsi a se stesso e agli altri.

In conclusione, ritengo sia importante comprendere il tipo di richiesta effettuata dall’utente/paziente, condividendo con lo stesso la scelta del tipo di intervento più appropriato.